The Royal Forum and The Graal Mystery
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IL DIAGRAMMA LETTERATURA : I QUADERNI DEL DIRETTORE RACCONTI

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Messaggio Da Admin Mer Mag 21, 2014 12:52 pm

Questo topic invece riguarda  i racconti


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Messaggio Da The Royal Mer Mag 21, 2014 8:14 pm

Il regalo






"Din don!", la sua voce risuono' di sotto in quel caldo mattino d'estate. Il mio amico sovraintendente era passato per portarmi quel regalo a causa di cui gli avevo fatto un autentico "massaggio del cervello" fino al punto di stancarlo:amichevolmente s'intende. E cosi' mi aveva accontentato:una riproduzione della Gioconda, dipinto che io ho sempre adorato e venerato. Lui da buon amico aveva incaricato un suo ex allievo dei tempidi quando faceva il docente di procedere nella riproduzione.

Ed io, sapendo cosa mi avesse portato,mi precipitai per le rampe di scale di quella casetta che avevo acquistato la', proprio guarda a caso nel periodo della sua sovraintendenza al museo. Mentre lo facevo salire con il "dente del leone" tra le mani gli dissi :"Come mai sei passato proprio stamane.......". Mi replico':"Stiamo rivedendo i sistemi di allarme, oggi siamo fermi, c'e'tutto all'aria, ci sono anche altri dirigenti. Poi ieri, durante la revisione dei circuiti davanti alla Gioconda, mi ci hanno lasciato me', sono andati al bar, mi e' venuta una rabbia......avevo voglia di licenziarmi..........adesso anche il piantone per i comodi degli altri". Ma vediamo il quadro".

E saliti su' di sopra ci mettemmo in soggiorno e lo scartammo. Restai senza fiato. Senza fiato. " Ma questa riproduzione e' bellissima", dissi, ed egli "Ah, guarda,quel mio allievo li' ha sempre avuto una mano prodigiosa" .Quella magica riproduzione aveva una immediatezza ineffabile:sembrava vera. L'appendemmo in un chiodo libero e non ci furono parole di fronte a quella meraviglia."Certo che pero' quel tuo allievo ....", "Hai visto che talento?", mi disse lui. E soggiunse:"Facciamo un salto al museo adesso, dai, siamo ancora chiusi , ti faccio vedere un' po', vieni con me' ed andiamo dove vogliamo".Salimmo in auto e raggiungemmo la meta.

La prima opera davanti alla quale mi porto' fu' proprio la Gioconda: allarmi disinseriti, guardie giurate che andavano e venivano con schede varie, pc portatili da tutte le parti chei tecnici seminavano un'po' qua ed un po' la'. Ed io restai ammagliato di trovarmi per la prima volta davanti a quel capolavoro che era La Gioconda di Leonardo. "Sai, pero' devo dirti una cosa : vista dal vivo, non e' poiche sia tanto un gran che. Preferisco di gran lunga la riproduzione che mi hai portato. E' piu gloriosa: l'originale, invece e' cosi', cosi'.......smorto......". "Scoppio' a ridere: " Ah si?". Mi avvicinai ed incominciai a scrutarla, da profano, ma restai stranamente deluso, si' era bella la Gioconda ma era cosi'......mah........ 

Mi avvicinai ancora alla cornice e guadando in basso verso l'angolo destro,scorsi come una specie di sporgenza cartacea,ma molto molto piccola. Feci un gesto temerario e alzai lentamente il quadro spostandolo appena: era una piccolissima etichetta plastificata su cui era scritto: " Ateliers d'art Reproduit avec autorisation Prix 300 euro". Restai immobile perche' mi accorsi che stavo sudando freddo ,le mani iniziavano a tremarmi ed anche i muscoli facciali mi si stavano orrendamente contraendo per l'angosciante tensione . Lui mi venne quasi davanti fissandomi con quel maledetto sorriso di ghiaccio..............



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Messaggio Da The Royal Mer Mag 21, 2014 8:18 pm

Come un fantasma






Sono le 5.45 del 14 Gennaio e fa' un freddo cane.Sto per salire a bordo del "Pitagora", il traghetto di cui sono comandante e con cui devo perlustrare il porto come ogni mattina. Ma oggi, oltre a questo dannatissimo freddo c'e' anche una nebbia irreale.Assurda, irreale e fitta.Talmente tanto fitta che quando mi accingo ad attraversare la passerella che mi porta a bordo, intravedo a malapena Joy, il mio secondo. Il Pitagora..........45 metri di attrezzi vari, sonde, radar, ancore e tutti gli arnesi possibili ed immaginabili per operare in una zona costiera che stamane e' pervasa da quella dannata nebbia che sembra calata per complicare le cose.






Quando sono a bordo, vado subito sulla plancia per osservare la situazione che e' cosi' tetra, ma cosi' affascinante. C'e' solo un grigiore plumbeo da tutte le parti, mentre la lucedell'alba che si sta avvicinando e' solo un velo misterioso e sinistro che rende tutto greve ed opprimente.Almeno questa mattina. "Mi sembri piu' nervoso del solito"-e' Joy che mi ha raggiunto alle spalle e mi giro verso di lui. Un metro e novanta , ventisette anni e buono. Buono come il pane. Mi ha sempre obbedito ciecamente ed io l'ho sempre rispettato come se fosse un fratello, anzi, molto di piu'. "No,Joy, -riprendo io e' che stamane mi sento un mostruoso peso sullo stomaco"."Capisco, riprende Joy ,abbozzando un timidissimo e discreto sorriso; e' in casa adesso? sempre se non sono indiscreto". 




Ed io:" No, non sei indiscreto, e per la verita' quando mi sono svegliato lei non c'era.....come una delle tante volte.....tutte queste situazioni che si trascinano da mesi e mesi, Saprai anche , Joy, che stiamo per divorziare". E lui :"Me ne hanno parlato i colleghi e non vorrei che ti sembrasse che...."ma figurati, riprendo io,quando c'e di mezzo una donna che ti combina giochi a questo modo c'e' ben poco da fare". Ma mi devo interrompere perche' sento il rombo di una jeep:sono gli altri dell'equipaggio che stanno arrivando e dopo essere scesi vengono subito a bordo. "Salpiamo", ordino io ,e poco dopo si inizia a sentire un sordo rumore di fondo, mentre le ancore vengono levate e ci accingiamo lentamente a percorrere una traiettoria segnata dal radar, poiche' ad occhio nudo sarebbe impossibile muoversi. La luminosita' lentamente inizia ad aumentare e rende tutte le sagome sinistre ed opprimenti.




In tutti questi minuti io sono sempre rimasto in piedi sul ponte,mentre Joy si e' allontanato verso la cabina di comando.Passano ancora altri minuti, credo siano pochi, ma non so' come mai stamane sembrano un'eternita' angosciante e senza fine:si direbbe che stia per essere rivelato qualcosa che era sempre stato nascosto.E mentre il freddo mi sta frustando con un sadismo efferrato, mi domando cos'altro ci sia da rivelare che non sia mai stato palesato prima , oltre al fatto che io venga sentimentalmente tradito da una donna che ha trasformato le notti e le albe in una torre di babele vergognosa e scandalosa. Mi balena per la testa un pensiero opprimente......ma guarda un'po' quella se mi deve combinare una cosa del genere............"Prendi un'po' di cioccolata calda?" E' di nuovo Joy a qualche metro da me: No, grazie, niente colazione" Okay, ribatte lui ed aggiunge: Mai vista una nebbia del genere , navighiamo solo da pochi minuti, e sembra che siano passati secoli.""Ed ancora si rivolge a me' ed io mi giro di nuovo verso di lui:"






Non vorrei che ti arrabbiassi, ma se domani sei sempre in queste condizioni morali, se vuoi imbarchiamo su qualche donna, lo sai com'e' la situazione qui dai moli". "Ma no, Joy, dai, cosa vuoi che........" " Capisco, ribatte Joy, e si dirige di nuovo in cabina dove ci sono anche gli altri sei.Io sono rimasto sempre fuori, ed intanto e' praticamente giorno, ma la nebbia persiste in un modo semplicemente osceno. Si intravedono appena le sagome delle altre imbarcazioni piu' distanti e nulla piu'.Non ero mai stato cosi' fermo all'esterno per tutto quel tempo.Improvvisamente, Ray, lo chiamo cosi' col nome abbreviato, un timoniere abilissimo, esce di corsa per venirmi incontro:"Stiamo per incrociarci con un'altro traghetto, l'abbiamo visto sul radar".Poi detto questo rientra in cabina






 Dovrei rientrare anch'io, ma non so perche' continuo a restare li'.Passa qualche istante e dalla nebbia lentamente incomincia ad avvicinarsi una sagoma nera che e' quella dell'altro traghetto. Andiamo pianissimo, noi e loro.E man mano che l'altra imbarcaziane si avvicina,percepisco un vocio sul ponte di quel traghetto, vocio nel quale spicca una voce di donna.Resto sempre fermo con le mani in tasca ed intanto le due imbarcazioni passano a pochissimi metri una dall'altra, manovarate da provetti timonieri. Le sagome diventano sempre piu' chiare ed il vocio sempre piu' nitido, mentre la nebbia, anche se e' praticamente giorno regna sovrana.






Continua l'incrocio a passo d'uomo, mentre io mi interseco visivamente con quel gruppetto dell'altra imbarcazione che poi in realta' e' composto da due persone: e le vedo quasi chiaramente.L'uomo mi sembra di conoscerlo, dovrebbe essere un sottotenente di vascello......non riesco ancora a distinguere bene la donna che sta' ridendo con lui, ma a questo punto ci stiamo intersecando a pochissimi metri ed adesso .................ed adesso riesco a vederla bene in volto quella maledetta che quando mi sono svegliato non ho piu' trovato nel letto.........ed allora siamo quasi di fronte, tiro fuori le mani dalla tasca, le protendo verso l'alto, poiche ' lei mi ha visto e riconosciuto e le urlo con le lacrime agli occhi:"Tu sei una maledetta.........sei solo una miserabile maledetta........" E lei






sorride agitando la manina, mentre quella schifosa scena viene lentamente eclissata dalla romazesca nebbia di stamane.Forse passano venti secondi, l'altro traghetto e' sparito nel grigiore, ma sento che alle mie spalle c'e' qualcuno. Sono i miei uomini che tranne il pilota rimasto in cabina, sono usciti, poiche' hanno assistito a quella irreale vergona.Tra di loro c'e' Joy con il termo della cioccolata calda in mano che mi dice: "Si', pero' adesso la bevi una cioccolata calda, vero, comandante? Perche' se non bevi noi non ti vogliamo piu' come comandante." Cosi' dicendo mi porge il tappo del thermo con dentro quella cioccolata, mentre un altro mi osserva con amicizia sfiorandomi il braccio.Prendo la cioccolata e ci guardiamo in giro:ci sono le sagome dei pontili di attracco, che lentamente passano, mentre la nebbia ancora persiste come una remota maledizione.
















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Messaggio Da The Royal Mer Mag 21, 2014 8:20 pm

La donna che venne da lontano














"Ah, senti Dimitri, mi apostrofo' mia moglie, togli per favore subito dal como' della stanza da letto quel dannatissimo soprammobile con la stella rossa.....di simboli ne vediamo gia' tanti tutti i giorni nella sede del partito e quando andiamo a riposare non ho nessuna voglia di vederne altri". "Ma cara, me lo ha regalato il caposezione.......non mi interessa niente e domani gliene dico quattro anche a lui.....tranquillo".













Irma aveva ragione:in fondo due funzionari di partito, tutto il giorno chiusi in un archivio avrebbero pure avuto diritto di staccare.Eseguii subito ed aggiunsi:"Non so se te l'ho detto, ma domani arriva nel nostro ufficio una funzionaria trentenne da Stalingrado, Olga Svetrova, collaborera' informaticamente con noi per un po' di tempo". Trent'anni............giusto il tempo che noi due eravamo sposati .....e con un'ombra nella coscienza: quella di aver alienato nostra figlia appena nata per la paura che ostacolasse i nostri egoistici progetti.Mia moglie disse: "Vediamo di dormire ora, domani avremo da fare....". Ma prima di spegnere la luce io dissi a lei: "Sai, Irma, mi ha detto il caposezione che quella tipa li' e' una ragazza adottiva: fu cresciuta da una famiglia di contadini".










"Boh....."replico' Irma spegnendo la luce. Il giorno dopo, 21 Marzo primo giorno di primavera, a Mosca era una giornata splendida ma freddissima e quando arrivammo nella sede del partito,trovammo il capo davanti alla porta del nostro ufficio e disse: "E' gia' dentro...tipetto romantico...ha con se' un lettore dvd che riproduce un video struggente....".Irma si volto' verso di me": Tu guarda bene di non fare il furbo perche' se no ci vedi.....dai....ed entra.... cosa stai li' impalato....." Entrammo......era in piedi.......un metro e settantacinque o giu' di li' gonna nera camicetta rossa con sovrapposta su sfondo nero la stella rossa ed il simbolo del partito.










Il lettore dvd era in moto e faceva da sottofondo. "Compagna,dissi io, ci hanno parlato di te, questa e' mia moglie....ma mettiamoci subito al lavoro, vedi di scannerizzare quei documenti sulla scrivania". Lei inizio' a fissarci tutti e due con una dolcezza infinita, penetrante, mai provata...io ed Irma ci guardammo in faccia, poiche' una strana sensazione si stava impadronendo di noi. Non so perche' mi avvicinai ad Olga e fissandola con stupore, delicatamente le misi le mani sulle spalle, mia moglie mi segui' e quando le fu davanti, le mise affettuosamente la mano destra sotto il mento......continuava a fissarci come se ci conoscesse da sempre.....e noi eravamo bloccati in quella stupenda agghiacciante situazione perche' avevamo tutti e due le lacrime agli occhi e lo sguardo pietrificato, mentre Olga pronuncio' due parole che ci rapirono l'anima....."Papa'......mamma....." ed il lettore dvd suonava..........suonava..........





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Messaggio Da The Royal Mer Mag 21, 2014 8:22 pm

Gli stivali dorati del Barone Frankenstein


Quando mi seducesti per la prima volta
indossavi il frac nero e gli stivali dorati
e sorridendomi mi prendevi per mano
facendomi danzare
mentre gli altri guardavano compiaciuti.
Tu fosti il mio Signore ed il mio Padrone
quando esercitasti su di me il Tuo Potere
incoronandomi Sovrana Eterna
poiche' allora io ero la Tua Verita'.






"Questo tacchino con l'uva non e' di mio gradimento", disse Lei indugiando austeramente con la forchetta d'oro in mano.Ed io replicai: "Stai tranqulla mia cara, lo diro' ai cuochi". "Sei un mostro- continuo' Lei iniziando a fissarmi con quei fantastici ed angoscianti occhi magnetici bordati di nero".Allora io alzai lo sguardo ed incominciai a guardarLa in volto: sapevo cosa mi avrebbe rinfacciato di li' a poco. E riprese: " Io e gli altri eravamo una comunita' libera e felice; poi sei arrivato tu con il tuo linguaggio osceno e menzognero ed hai usurpato le nostre esistenze".








Io continuavo a fissarla negli occhi mentre Lei aveva sempre in mano quella regale forchetta d'oro che sembrava brandire minacciosamente. Prosegui': " La sera del raduno che tu volesti in questo opprimente castello ,dopo l'ultimo boccone di dolce cademmo tutti in un sonno misterioso . Quando ci svegliammo eravamo tutti sui tavoli anatomici e ti domandavamo perche'.........ma tu non rispondevi e dal fondo ci guardavi impassibilmente con quel tuo camice bianco ,vestito del quale, hai procurato al genere umano sofferenze indicibili.Poi ci riaddormentammo misteriosamente un'altra volta e quando ci risvegliammo, gli altri si trovarono con livree viola bordate di velluto impaiettato mentre stavano accudendo silenziosamente alle mille cose di questo luogo dove tutto parla di te che hai il sadismo negli occhi, mentre io mi sono ritrovata con questa tunica rossa tempestata di smeraldi e rubini e con questa corona d'oro e diamanti, condannata dal tuo egoismo a viverti eternamente a fianco come un cadavere animato a cui tu hai donato la giovinezza e la bellezza eterna".




Allora io continuando a guardarLa replicai : " Dovresti essermi riconoscente, per averti incoronato Sovrana senza fine....." Lei a sua volta lascio' cadere la forchetta nel piatto di preziosissima ceramica dove si trovava quella porzione prelibata di tacchino ed uva ed odiandomi ancora di piu' disse :" Ma ti sei almeno reso conto della violenza morale che tu hai usato nei mei confronti quando mi hai tolto la gloria della femminilita' per trasformarmi in una statua di carne incorruttibile che per sempre sara' come tu ora mi vedi...........". Io mi alzai dal tavolo e mi diressi lentamente verso il fondo della stanza, divaricai leggermente le gambe ed incrociai le braccia dicendole:




"Tu sei mia ed io ho il potere della vita su di Te per sempre.......per sempre......". Lei si alzo' lentamente e trascinandosi la tunica, prima di entrare nella Sala della Notte dove avrebbe riposato, si fermo' e girandosi un attimo di profilo, riprese: " Tu sei un mostro immorale.......tu sei solo un mostro......" Distolsi per un attimo lo sguardo da Lei e guardai verso la grande vetrata che dava sulla Valle. Era il crepuscolo e lontano si udivano gli echi delle voci dei paesani che disperati li stavano cercando, ma non sapevano che loro erano presso di me, nella mia dimora.








Poi sentii un rumore di legno urtato provenire dalla Sala della Notte. Era il coperchio della bara che si era abbassato: avrebbe riposato fino a domani per poi rionorami a tavola con il Suo sfarzo di diamanti e con quella bellezza senza fine che io avevo voluto conferirLe. Si.......Lei e' mia io l'ho voluta cosi' perche' sono io che ho in pugno il soffio della Sua vita. Mi girai di fianco dove c'e' un grandissimo specchio a muro bordato di legno imbronzinato e mi guardai: avevo il frac nero e gli stivali dorati, proprio come la prima volta in cui La chiamai a me.........Io sono Frankenstein e per me la vita e' qualcosa di profondamente diverso da come il mondo la concepisce.........
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Messaggio Da The Royal Mer Mag 21, 2014 8:25 pm

Questa sera posto una piccolissima introduzione a questa mia prosa. Si tratta di un racconto cui tengo molto, un brano d'atmosfera ambientato nel mondo dell'alta borghesia imprenditoriale che focalizza una situazione intima felice umana ma straordinariamente vera e mette in luce i temperamenti e le personalita' dei due protagonisti  in una singolare serata cosi' vera e cosi' poetica. Grazie per l'attenzione.










                                                                                                                  Noi amanti nella sera







"Per favore, cara smorza un poco la luce della clip a muro.....mi crea difficolta' visiva sul monitor del portatile". E lei girandosi sulla destra esegui' aggiungendo: " Certo che pero' alle 20,45 di questa splendida serata di Aprile, trovarci gia' a letto tu con quel maledetto portatile acceso davanti , che una volta o l'altra te lo spacco, cosi' almeno capirai che i bilanci si fanno in ufficio e non nelle camere da letto, ed io con la permante rifatta, la sigaretta accesa a guardarti come se tu fossi un monumento nazionale, non e' che sia la migliore delle soluzioni...." Ed aveva ragione.






A quell'ora, lo spettacolo che vedevamo dalla vetrata del lussuosissimo appartamento al ventottesimo piano era mozzafiato. Il crepuscolo stava terminando, le luci cittadine erano gia' accese e nel cielo erano presenti ancora segni rossi di un tempo d'oro.Allora io ripresi girandomi verso di lei:" Ma tesoro, e' un'occasione in piu' per rilassarci,cosa vuoi...tra due giorni devo presiedere il consiglio di amministrazione, abbiamo problemi con alcune delle nostre gioiellerie, per esempio quella di Roma ha realizzato solo duecentomila euro di guadagni in un anno, cioe' praticamente zero, non sappiamo se dobbiamo licenziare il direttore generale perche' sospettiamo che abbia attuato strategie commerciali sbagliate, abbiamo problemi fiscali ogni qualvolta arrivano diamanti dall'Olanda per la lavorazione ed io ho un grafico qui davanti che non mi torna.








Un momento di quiete e di analisi". "Un momento di quiete un'accidente, replico' lei, se vuoi veramente rilassarti perche' non mi massaggi le gambe oppure cerchi di scoprirmi......" e si fermo' ridendo. "Amore, trovo che questa serata sia bellissima ma dovresti lasciarmi lavorare". "E ti lascio lavorare, ti lascio lavorare, replico'ma almeno fammi mettere un poco di musica di sottofondo per migliorare questa, a tua detta,straordinaria serata piena di noia ed in fondo anche di verita'", Si alzo' dal letto, era in bikini anni 60 ando' verso il tavolino ed accese il video lettore digitale da cui inizio' a scatuire una musica soave





Poi ritorno' a letto e mettendomisi a fianco, allungo' la sua gamba destra a cavalcioni della mia ed incomincio' a fissarmi con intensita'. Allora io mi girai......"Insomma che vuoi fare l'amore, vero?". E lei " Sto solo guardando il tuo profilo stanco.......ma ti sei reso conto che non sei piu' un uomo....sei un automa,......ieri sera mentre eravamo a cena da Jhonny's quando ci hanno servito l'aragosta tu mangiavi ma stavi pensando a qualcos'altro e cioe' a questo dannato bilancio che adesso ti sei pure portato a letto.




Solo che a letto ci sono anch'io con i miei quarant'anni e tanto desiderio di te, della tua passionalita'e della tua personalita' cosi' difficile...cosi' incredibile...-continuo'- prova a guardarti un attimo attorno....prova a vivere......tira fuori te stesso per un momento....Io continuavo a tacere guardandola dal di sotto degli occhiali e lei prosegui' ancora......."Forse non ti sei mai visto quando ti concentri davanti a quello schifosissimo portatile, perche' se ti vedessi, e mentre parlava mi mise il suo braccio destro al collo, ti renderesti conto che dietro a quella tua managerialita' cosi' intransigente, ci sono soltanto gli occhi di un bambino". Allora io abbassai lo sguardo, perche' non avevo il coraggio di continuare a guardarla su quel suo volto dalla bellezza divina e dalla carnalita' profonda.......
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Messaggio Da The Royal Mer Mag 21, 2014 8:47 pm

Come sempre





Quando al mattino salgo sul bus per recarmi la' dove tutti i giorni vado, ho la sensazione che gli altri siano un passo piu' avanti di me. Partiamo ed il paesaggio incomincia a scorrere come se fosse un rotolo che se ne va' non si sa dove.Mentre viaggiamo resto fermo, assorto nel pensiero di un giorno uguale agli altri,che pero' stranamente mi fa' sperare in non so' che cosa.Ed imparo a credere in me' stesso interrogandomi su che senso abbia quella vaghezza grigia, che il sole rende colorata e sinistramente suadente.








Il mio lavoro e' diventato una sorta di religione civile che mi portera' all'eta' dell'oro e ne faro' una bandiera morale che mi dara' la dignita' di presentarmi a testa alta a chi sapro' io.Arrivo sul posto e scendo. E prima di entrare nella sede mi siedo alcuni minuti in panchina a contemplare quella realta' che mi avvolge e che per una meccanica magia mi sfugge anche moralmente. Sembrano tutti determinati all'infuori di me' che vivo in un'urna di cristallo prigioniero di me stesso e dei miei limiti esistenziali.Non so' se essere pessimista od ottimista. E nello stesso tempo mi auguro che la vita non mi sfugga di mano lasciandomi definitivamente naufragare in un vortice fatto di non si sa' che cosa.






Stamane risplende il sole, ma e' come se non risplendesse. E se non risplendesse vorrei che ci fosse.Lo agognerei. Mi attacco a questa meschina speranza per non vedere in faccia quell'orrendo deserto esistenziale ammantato di consolazione.Ma i minuti sono passati e mi devo alzare dalla panchina per entrare. Mi prende uno strano conforto ed incoraggiamento poiche' c'e' una molla invisibile che mi spinge ad andare avanti.Ne vale la pena.Ne vale la pena. E mentre mi accingo a varcare la soglia penso a quando stacchero' per riprendere al pomeriggio.








Lascio fuori il sole ed il mondo, e mi addentro nel mio mondo quotidiano che per la verita' e' anche abbastanza spazioso, anzi e' immenso, come il mondo. Perche' e' il mio mondo dentro al mondo che e' fuori.Ma sono io il mondo e li detengo tutti e due anche se sembra che io ne sia schiacciato. Inizio il lavoro ed improvvisamente mi viene in testa quel monumento ai caduti che si trova nella mia citta' ed ai cui piedi e' scritto:"Or piu' non batte che l'ala del mio sogno". Non capisco come mai mi sia venuto in mente quel simulacro.Ma vorrei tanto che quella maledetta angoscia che mi uccide se ne andasse.











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Messaggio Da The Royal Mer Mag 21, 2014 9:00 pm

International Golden TV




"E piantala di urlare una buona volta per tutte", mi apostrofo' Santiaghi seduto sulla poltrona davanti alla mia scrivania ed accendendosi una sigaretta. Poi continuo':"Da quando sei rientrato dagli Stati Uniti, non hai fatto altro che urlare........". Allora io mi alzai e dirigendomi verso Tania che era seduta con le gambe accavallate sulla sedia a fianco dell'entrata e con il palmare in mano, replicai: "Se alzo la voce, ho una ragione ben precisa per farlo". Tania mi fissava con gli occhi spalancati e lo sguardo molto serio, poiche' sapeva che da li' a poco avrebbe dovuto discutere con me di una sgradevolissima faccenda.






Io continuai: "In qualita' di Presidente della International Golden Tv, che come ben sappiamo e' una satellitare libera tra le piu' prestigiose del mondo e che si occupa di arte, musica, politica, cultura , scienza e letteratura, pretendo e lo sottolineo, pretendo di sapere chi e' quello scienziato che ha avuto la fantastica idea di far mandare in onda alla mezzanotte tra il 24 ed il 25 Dicembre, come segnale orario-auguri questa autentica vergogna. Mi riavvicinai alla scrivania ed accesi il portatile che vi era sopra girando il monitor verso Santiaghi e Tania.















Alla fine del video, soggiunsi:" So' benissimo che il video lo avete gia' visto prima.......ma il punto e' un'altro e voi lo sapete altrettanto bene.......". Tania si accese anche lei una sigaretta mentre Santiaghi mi fissava e quasi iniziava a sorridere perche' aveva capito benissimo.





"Lo so,-continuai, che in circolazione c'e' di tutto e mille volte peggio di questo, ma il fatto e' che noi siamo una satellitare di alto prestigio e siamo finanziati da enti culturali. C'e' una questione di immagine e questo video male si concilia con lo stile dei nostri palinsesti,ma non avreste potuto , in quella fascia oraria di quella notte, mandare in onda un canto di Natale o qualcosa del genere, invece che questa volgarita'?". Allora Tania si alzo' in piedi e fissandomi comincio' ad avanzare verso di me. Un metro e ottantuno di eleganza muscoli disinvoltura ed intelligenza. Quando fu davanti alla scrivania a fianco di Santiaghi comincio':" Ah, certo, certo, l'immagine .........la reputazione......." Ci hai convocati per farci la morale........solo che quella volta che ti sei trovato in ufficio con quella dirigente inglese ed hai fatto l'amore con lei sul divano mentre io e Santiaghi eravamo nell'altro ufficio a fianco ed abbiamo sentito tutto, allora, in quel caso il problema dell'immagine non c'era, vero?




Perche' a te bastava fare il pavone davanti ai sottosegretari ed a quelli delle commissioni artistiche, per atteggiarti ad esperto di comunicazione e di nuova raffinatezza mediatica". "Tania, cerca di capirmi,- replicai io". "No cerca di capirmi tu, invece, continuo' lei, non consideravi nemmeno che io allora ero tua moglie e che soffrivo per quanto era accaduto. Solo che tutto restava chiuso tra le pareti di questi maledetti uffici, vero?". Santiaghi aveva quasi finito la sigaretta e mi fissava come per dirmi:" Perso la faccia, eh?" "Tania, per favore, - tentai di nuovo, non andare a cercare quei fatti, il problema sono le conseguenze di adesso nei confronti dei nostri finanziatori". Allora Santiaghi intervenne: Senti, Presidente, io faccio il regista e Tania e' la coordinatrice generale......" .Ma venne subito interrotto da Tania:"L'idea e' stata di quei due giovani nuovi che sono nello staff della programmazione, ma comunque il consenso l'ho dato io e lo ridarei ancora: tu sei un uomo dalla mentalita' sclerottizzata ed impacciata.






Le tendenze dei nuovi linguaggi, oggi implicano anche questo". Santiaghi si alzo' dicendo che doveva andare in regia ed usci' dall'ufficio. Capii di aver perso la battaglia. Era sempre stata una donna forte e determinata. Anche lei fece per uscire, ed io la chiamai: "Tania,.......amore.......-lei si giro' a guardarmi quasi sorridendo........-ed io continuai- desidero ritornare insieme a te". E lei, sorridendo ora apertamente, mi disse: "Si', torniamo insieme non foss'altro per il fatto che e' stata la prima volta che ti ho sentito alzare la voce qui dentro".
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Messaggio Da Admin Gio Mag 22, 2014 8:48 pm

Senza speranza


Mi ritrovai steso su quello strano letto mentre alcuni medici mi stavano guardando parlando lentamente tra di loro. Davanti a me era solo un tunnel metallico un poco piu' grande del mio giaciglio. Provai a guardarmi di fianco e vidi un monitor acceso che indicava un numero: 2014. Non capii cosa indicasse quella cifra. Subito dopo avvertii che qualcuno era sopraggiunto dall'altro lato e stava manovrando qualcosa. Venni colto da uno strano sonno che mi porto' letteralmente via.



Non so' quanto tempo fosse passato. Ad un certo punto mi risvegliai e mi guardai in giro: non potro' mai sapere che cosa fosse avvenuto e cosa mi avessero fatto dopo che mi ero addormentato la prima volta. Notai che lo scenario era completamente cambiato. Ero sotto una enorme volta di cristallo e davanti a me c'erano un uomo ed una donna vestiti con abiti illamati che non avevo mai visto in vita mia.  L'uomo sorrise mentre la donna mi guardava seriamente.



Ma chi erano? Provai a guardarmi intorno ed in fondo a quella lastra che mi sosteneva vidi uno schermo incolore su cui intrasparenza era scritto un numero in verde luminoso : 3127. Ma che cosa significava? E  dove ero? Venni colto nuovamente da un profondo sonno. Nulla. Il buio ed il vuoto piu' impenetrabili. Mi risvegliai ancora. E lo scenario era inquietante. Mi trovavo all'interno di una grotta illuminata da strane luci. Vidi intorno a me un uomo con una tunica nera, un'altro con un singolare costume di piume e dall'aspetto minaccioso che voleva venire verso di me, ma quello con la tunica nera lo fermo'.Vidi che in un angolo di quella grotta era una luce gialla che illuminava il muro con una scritta: 4371. E subito dopo mi fecero qualcosa perche' mi riaddormentai. Di nuovo il buio, il nulla, l'inspiegabile. Lentamente  iniziai a risvegliarmi. Non riuscivo a capire dove fossi.



Mi accorsi che c'erano due donne vestite di bianco con due triangoli  verticali sul capo le quali iniziarono a guardarmi con sovrannaturale intensita': mi stavano parlando telepaticamente. E capii l'orrore di cui ero vittima: essere ibernato per essere risvegliato ogni mille anni per attraversare un mondo senza fine e' un destino spaventoso che non ti permette mai di vivere la vera vita eterna.



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IL DIAGRAMMA LETTERATURA : I QUADERNI DEL DIRETTORE RACCONTI Empty Re: IL DIAGRAMMA LETTERATURA : I QUADERNI DEL DIRETTORE RACCONTI

Messaggio Da Admin Gio Mag 22, 2014 8:54 pm

LA DONNA DELLA NOTTE






Da quando ho avuto a disposizione quel villino immerso nei boschi collinari a trenta chilometri dalla citta',


IL DIAGRAMMA LETTERATURA : I QUADERNI DEL DIRETTORE RACCONTI A_a_SAM_0087%20-%20Copia




altro non ho pensato che cercare di passarvi il maggior tempo possibile, poiche' lo stress generato dalla vita contemporanea, e' tale da indurmi a ricercare sempre i piu' ampi spazi ricreativi, spazi che nulla devono aver a che fare con le mille rumorosita' dei nostri tempi. E cola', quindi nemmeno la televisone, che io reputo una realta' fortemente distorsiva e stressante, ho solo voluto installare internet che mi consente un silenzioso ed a mia discrezione, contatto con il mondo. Ma il mondo che desidero io, non quello imposto.




E cosi' siamo giunti a questo autunno, fresco, con molto vento ma straordinariamente limpido e lucente. E quando ho finito la mia giornata se la volonta' me lo concede, vado a cenare e riposare lassu' dove si sente solo il sibilo notturno del vento. E' accaduto ieri sera: una giornata pesantissima che mi ha indotto ad impegnare ulteriori trenta minuti di viaggio per raggiungere quell'angolo silenzioso e remoto. Era oramai buio quando sono arrivato. Sono entrato e dopo essermi preparato una cena veloce con qualche fritto accompagnato da una freschissima e frizzante minerale, mi sono recato nella mia camera e mi sono messo a riposare.




Mentre ero a letto ed il gratificante sonno mi raggiungeva sempre di piu', guardavo la luce blu della notte che passava dalla finestra e si rifletteva sul fondo della stanza, uno spettacolo stupendo ed irreale. Gli alberi sferzati dal vento agitavano la loro ombra su quel fondo blu, mentre il vento stesso urlava consonanti sferzando a sua volta la casa. Conciliato da quel mondo irreale e fantastico stavo per addormentarmi, ma ad un tratto il mio cellulare che era sul comodino suono'. Mi girai e lo guardai un attimo. Mi domandavo chi potesse essere.....erano le 21, 30 passate e per tutto il resto mi ero gia' accordato con i miei colleghi.



Dopo un attimo di indugio lo afferrai e risposi. " Pronto, amore, ci sei? ". Una voce di donna splendida pacata e modulata mi giunse all'orecchio......ma chi poteva essere....... : guardai il display luminoso per cercarne di leggere il numero od il nome, ma appariva la scritta "sconosciuto". Volevo gia' riattaccare, ero molto stanco, ma dissi ancora: " Ma tu chi sei? Come ti chiami? " Dall''altra parte la voce di donna divento' ancora piu' suadente e gradevole: "Ma sono la donna della notte, tesoro, e tra poco saro li' a tenerti compagnia". Buonanotte, mi dissi da solo, adesso ci mancano pure le prese in giro femminili.





Rimisi il telefono sul comodino e mi accinsi a prendere sonno. Ma non riuscivo a dormire, perche' quella voce stupenda ed invitante continuava a ronzarmi nella testa. Passarono alcuni attimi ed ebbi un sussulto: udii chiaramente dei passi sulla piattaforma di legno esterna che conduce alla porta d'ingresso. Restai fermo. I passi cessarono e dopo ancora qualche attimo udii una chiave che si infilava nella serratura della porta a pianterreno. Entrai in uno stato di leggera tensione.





I passi ripresero e non udii la chiusura della porta.....si stavano dirigendo verso la porta della mia stanza.....mi misi seduto sul letto e pronto in una specie di atteggiamento di difesa........guardavo la porta che si aprii.....e comparve la sagoma di una stupenda donna di cui non riuscivo a vedere il volto, ma che staccava dallo sfondo blu reso ancora piu' contrastato dal fatto che la porta dabbasso non era stata chiusa e sulle pareti fuori della mia stanza si riflettevano le ombre degli alberi che maestosamente oscillavano frustati dal vento. Era una visione unica e fantastica. Quella donna era sempre in piedi sulla porta della mia camera....allora le dissi:" Ma che cosa vuoi?" Ed ella:" Ma sono la donna della notte, tesoro e sono qui per farti sognare.




" Aveva un lungo accappatoio, inizio' ad avanzare verso il mio letto, non riuscivo a vederla in volto per il complesso gioco di penombre e luminosita' smorzate. Quando fu vicino al letto si tolse l'accappatoio e si mise sotto a fianco a me. Un po' di luce notturna le illumino' gli occhi e la pelle: era di una bellezza divina, ultraterrena. Io mi misi sotto anche ma non riuscii a muovermi. Stava entrando freddo, poche' la porta dabbasso era rimasta aperta. Era tutto magico, irreale ed incredibile. E non stavo sognando. Si strinse a me. Non fece pratiche sessuali vere e proprie ma avvertivo una presenza magnificente e sovrannaturale.




Non so' quanto tempo fosse passato ma poi lei mi disse: " Adesso devo andare." Si rialzo', si mise l'accappatoio e si allontano' dalla mia stanza allo stesso modo di come era arrivata. La vidi sparire e sentii' chiaramente chiudere la porta dabbasso. Mi rilassai e finalmente mi addormentai. L'indomani quando andai in ufficio pensai di non parlare a chichessia di questa singolare vicenda. Appena entrato mi vennero in contro due colleghi che mi dissero:" Non ti abbiamo ancora presentato il nuovo capoufficio. E' una donna". Alzai un attimo il capo. La porta dell'ufficio si apri' e venne avanti una donna, elegantissima: mi guardava fissa negli occhi, ebbi un sobbalzo, ma era lei, la donna di questa notte! Improvvisamente tutto spari', la luce si abbasso' repentinamente fino quasi a diventare notte, ed il vento inizio' a soffiare di nuovo mentre lei mi continuava a guardare in quell'inquietante silenzio indescrivibile......




                                                                    
Sei venuta a me quella notte
in cui il vento
urlava consonanti di magica poesia.
Sei apparsa nel buio del sogno
come una magica divinita'
fatta di lucente fascino
e mi hai condotto la'
dove il vento notturno cela i suoi misteri.






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Messaggio Da Admin Gio Mag 22, 2014 8:58 pm

OMBRE DAL PASSATO






                                                           
(Una vicenda mai chiarita)




Quello che propongo stasera e'  un racconto "anomalo", o meglio qualcosa che e' una sintesi si un racconto, un brano di prosa ed un fatto di cronaca. Una cronaca insolita, diversa, vissuta da me personalmente. Una cronaca che ha dell'inspiegabile e che volenti o nolenti sconfina nel mondo dei 


                                                               
FANTASMI




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Fantasmi. Una parola grossa, horrorifica, cinematografica, oppure buffa. Una parola che entra in una vicenda mai chiarita e per la verita' che io stesso non volli mai chiarire. Paura? Vilta' inconscia? Non lo so'. Sono fatti che e' sempre piu' agevole lasciar affondare nella dimenticanza e nella nebbia.  Prestai il servizio di leva in una caserma, di cui non faccio il nome, dove pare che nel 1947 fosse deceduto un aviere. Passarono gli anni, decenni ed arrivo' il momento in cui io svolsi la' il mio tributo allo stato.








Eravamo nel mese di settembre di quell'anno, ed avvenne che una mattina, la caserma venne messa, si fa' per dire,  in subbuglio dalle dichiarazioni di un militare di leva , che nella notte era stato piantone alle camerate , il quale dichiaro' che a notte avanzata, forse le due, la porta che era in fondo al corrridoio e che un tempo aveva ospitato l'infermeria, si apri', ne usci' fuori un soldato piuttosto sbiancato in volto il quale si diresse verso il piantone, lo saluto' e poi si sposto' verso il fondo dell'altro lato del corridoio sparendo nel buio.






Inutile dire che questo piantone, tra l'altro una bravissima persona divento' nel giro di breve tempo una sorte di mascotte al ludibrio della caserma. Solo che poi siccome la questione continuava a girare nel vociferio dei soldati e degli uffciali, una notte venne fatta una ispezione a tradimento ma......non fu trovato proprio......nessun fantasma. Vedete, sono di quelle cose nelle quali nessuno crede, ma poi quando entrano nell'inconscio collettivo si radicano come querce. 




Uno di quei giorni seguenti, nel pomeriggio, io stesso fui piantone alle camerate. E verso le 16, siccome avevo quella famosa porta proprio la' in fondo davanti a me, mi alzai dal tavolino, andai sul fondo del corridoio e disinvoltamente la aprii. E trovai semplicemente una stanza vuota con solo alcuni legni appoggiati alla parete destra. Niente di strano. Ma proprio niente niente . Tornai al mio posto e completai il servizio. Nei giorni ancora seguenti ricordo che un mio commilitone racconto' che nel pomeriggio era rientrato dal turno di guardia, quel giorno la camerata era vuota, appena arrivato si era tolto io berretto, lo aveva lasciato sulla branda, era andato al gabinetto ed appena rientrato aveva trovato il berretto.....spostato sulla branda  a fianco.






Tutto li'. E non era uno scherzo, vuoi perche' non c'era nessuno, vuoi perche' nell'ambiente militare, se si fanno scherzi.....si fanno ahime' molto piu' pesanti. E quando lui raccontava questo fatto lo faceva senza enfatizzare e senza riderci su'. Ne parlava meravigliato ma "neutramente".Passarono ancora altri giorni. Una sera rientrai dalla libera uscita. Quella sera ero solo in camerata perche' alcuni erano di guardia, altri erano in licenza. Ero stanco e mi misi in branda. Mi addormentai quasi subito. Ricordo che alle 23 venni svegliato dal contrappello, e poi mi riaddormentai.








Ed arrivammo intorno all'una. Mi svegliai, casualmente. Silenzio, solo silenzio. Guardai l'orologio con il quadrante fluorescente. Eravamo pochi minuti prima dell'una. Le luci accese del corridoio filtravano opacamente dai vetri dentro la camerata. Mi girai dall'altra parte, disponendomi a riaddormentarmi ma ad un certo punto udii chiaramente una porta delle altre camerate che si era messa a cigolare. Poi nulla. Poi una risata riecheggio' nell'aria. Poi piu' nulla.






In quell'ala del corridoio anche le altre poche camerate quella sera erano deserte per i motivi che ho detto. Non poteva esserci nessuno. Ed io avevo sentito bene: ero sveglio e non sognavo. Ma mi girai di nuovo dall'altra parte e quasi subito mi riaddormentai: ero stanco e non avevo voglia ne' di scendere ne' di andare a vedere. Ero solo stanco e la stanchezza prevalse su tutto. E tutto svani'. L'indomani mattina non feci parola con nessuno di quel fatto. E tutto sfumo' nel silnzio e nella remotezza.  Poi andai in congedo, passo' tempo ed adesso......siamo qui. Posso solo dire che oggi quella porta che mi ero alzato per andare ad aprire con disinvoltura ed un pizzico di temerarieta', ebbene, non l'aprirei piu'.





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Messaggio Da Admin Gio Mag 22, 2014 9:04 pm

QUEL SEGRETO TRA LE MANI DEL CADAVERE




"Adele.......Adele......sto' per morire.............sento che non ce la faccio piu'". Adele si precipito' dal letto del Marchese: era pallido, sudato, ed oramai per lui era finita. "Mi dica, Signor Marchese", rispose Adele. "Adele,-disse il Marchese-vada da quel como' laggiu' in fondo ed apra il cassetto", Adele si precipito' verso il fondo.Continuo' il Marchese:" Trovera' un piccolo cofanetto di marmo nero.......". "Si'-rispose Adele-l'ho trovato"."Bene-continuo' il Marchese-prima di chiudere la bara nella quale tra poco mi metterete, desidero che Lei ponga quel cofanetto tra le mie mani: deve venire con me nella tomba.......il perche' lo so' io.......".


"Ma Signor Marchese........", Adele non fece in tempo a finire di parlare: il Marchese aveva gli occhi sbarrati ed immobili. E fu' cosi' che nel tardo pomeriggio del 29 Gennaio 1770, il Marchese Walfredo Gisberti Della Sala concluse la propria esistenza, abbandonato da tutti ed assistito nella poverta' piu' miseranda dalla buona Adele, la donna che per tutta la vita lo aveva servito. Prima che il falegname inchiodasse il coperchio della bara (allora le imprese di pompe funebri non esistevano), Adele disse: "Aspettate, era un desiderio del Signor Marchese", e pose il cofanetto tra le mani del cadavere. La bara venne inchiodata ed il Marchese sepolto.


Passarono gli anni, decine di anni,passarono i secoli,per la precisione due secoli e quarantun'anni........


COMMISSARIATO DI POLIZIA 3 NOVEMBRE 2011




"Se riesco a trovare quel figlio di buonadonna che ha dato il mio numero di cellulare ai giornalisti, io vi assicuro che.......", ma il Commissario Verdesi non fece in tempo a finire di parlare perche' sulla porta dell'ufficio apparve Ziraghi, il suo braccio destro. "Signor Commissario" - "Cosa c'e'"- replico' seccamente Verdesi-" Ecco, rispose Ziraghi, hanno chiamato dal cimitero frazionale: vorrebbero che io e Lei andassimo sul posto per firmare il decreto di esumazione dall'ultima tomba rimasta. Ha presente quel Marchese Gisberti della Sala morto nel 1770......."."Ah si',disse Verdesi , ce l'ho presente : di lui hanno detto e scritto di tutto, persino che fosse un veggente." Ragazzi, continuo' Verdesi, con voi facciamo i conti dopo, adesso andate"


"In questo ufficio, continuo' Verdesi rivolgendosi a Ziraghi, la nostra vita sino ad oggi e' sempre stata gestibile anche se in mezzo ad un mare di stress, ma con la faccenda che abbiamo per le mani in questo momento.........."


Aira Volkich, 26 anni, top model di fama internazionale, copulata con violenza,poi pestata a sangue da un professionista che godeva del proprio lavoro e poi squartata a rasoiate. E senza nessun indizio in mano.......piu' la grana burocratica di dover andare a firmare un'autorizzazione per smantellare la tomba di un papavero , pace all'anima sua, morto nel 1770 e rimasto li' a fare il monumento nazionale nel corso della storia che manco piu' lo conosceva, salvo alcuni storici locali.


Quando Verdesi e Ziraghi arrivarono al cimitero, trovarono i custodi gia' pronti con le pale in mano piu' quel dannato foglio da firmare. La firma venne apposta e dopo un bel po' di vigorose palate, affioro'........quello che doveva affiorare e cioe' una scheletro come tanti altri. Logico: dal 1770 la bara era marcita ed inesistente.Tutti si fermarono un attimo in silenzio.


"Guardate, esclamo' uno di necrofori, tiene qualcosa tra le mani......". Si chino' sullo scheletro ed asporto' un cofanetto di marmo nero che consegno' a Verdesi. Ziraghi era alle sue spalle e tutti gli altri uomini facevano cerchio.Verdesi lo apri' ed in mezzo a pochissimo terriccio trovo' un foglio molto ingiallito ma ancora integro di cui era possibile leggerne lo scritto eseguito con una bellezza barocca , pittorica ed incredibile...........


Addi' 25 Luglio 1769



Nell'anno di grazia 2011, una giovin donzella
di nome Aira Volkich, massacrata sara' con infame barbarie
da un bestial inumano bruto di nome Diego Fusar
che dimora' avra'in un loco che non esiste ancora
e che chiamato sara' Via Provinciale 16.



"Oh porca-esclamo' Verdesi con gli occhi sbarrati" .E Ziraghi , prontamente," Commissario, ma vuol dire che quel tizio avesse visto nel futuro.......e si fosse fatto mettere il foglio nel contenitore tra le mani portandoselo nella tomba, per essere sicuro che non andasse perso nei secoli sapendo che noi lo avremmo .........trovato...........proprio.........nel corso delle indagini........"


"Questo foglio e' sotto sequestro, voi fate pure i resti", disse Verdesi dirigendosi quasi di corsa verso l'auto, mentre Ziraghi altrettanto velocemente lo seguiva. "Appena arriviamo al Commissariato-soggiunse Verdesi, chiama subito il casellario per accertare se questo tizio esiste, e se si' fatti mandare un fax, con vita morte e miracoli (si fa per dire) di questo bast..."


Ed il fax arrivo', con vita, morte no, e miracoli si', di Diego Fusar.Ed i miracoli facevano una luce sovrannaturale: Fusar risultava essere un elemento dell'estrema destra nazista con precedenti penali, incarcerato due volte e denunciato per detenzione illegali di armi. Verdesi chiamo' la sua squadra: "Dobbiamo andarlo a prendere anche senza mandato....a questo punto sono convinto che saltera' fuori qualcosa, lo tratteremo qui chiedendo l'emissione del mandato e.....


Dopo pochi minuti le auto della polizia arrivarono nei pressi dell'abitazione di Fusar , che stava tentando di fuggire e dopo averlo bloccato trovarono nell'abitazione una montagna di elementi per cui il mandato di perquisizione ed arresto venne emesso nel giro di brevissimo tempo.


E precisamente vennero rinvenute diverse mazze ferrate e chiodate. Nell'ingresso dell'abitazione era appesa una foto di Adolf Hitler, nel bagno venne rinvenuta appesa al muro una grande foto di una donna completamente nuda che posava a letto in posizione oscena. Nella stanza vennero rinvenute svastiche con alle estremita' lame taglienti ed infine.....un reggiseno sporco si sangue che le analisi avrebbero confermato appartenere ad Aira Volkich.


LA GIUSTIZIA FECE IL SUO CORSO.




La sera della conferenza stampa, Verdesi, Ziraghi e tutta la squadra mobile erano vestiti elegantemenete di blu nell'atrio del commissariato attorniati dai giornalisti, mentre decine di videocamere erano in azione. Ad un certo punto, uno dei giornalisti si rivolse a Verdesi dicendo:" Commissario ma come avete fatto ad individuare questo pericolosissimo e sadico assassino" ? E Verdesi, rispose: " Ecco, ce lo ha segnalato un tizio morto nel 1770". Ci fu una gran risata generale, mentre qualcuno inizio' a stappare bottiglie di spumante, ed un'altro dei giornalisti replico': "Comprendiamo, le tecniche investigative sono sempre segrete..........." .E mentre le videocamere filmavano questo gran movimento, Verdesi e Ziraghi si fissarono per un attimo in silenzio tenendo in mano una coppa di champagne.



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IL DIAGRAMMA LETTERATURA : I QUADERNI DEL DIRETTORE RACCONTI Empty Perché mi hai mandato quei fiori?

Messaggio Da The Royal Dom Lug 27, 2014 8:44 pm

Perché mi hai mandato quei fiori?





Questa sera sono rientrato tardi dalla clinica. Una giornata campale. Letteralmente campale e stressante. Ma è stata anche produttiva e ricca di soddisfazioni. Il ruolo di primario è più che una professione: è una vocazione, una sorta di chiamata etica riservata a tutti coloro che abbiano posto la loro vita privata in secondo piano rispetto alla medicina. E l'abbiano posta talmente tanto in secondo piano da fare come ho fatto io, e cioé alienare una figlia appena partorita dalla mia ex moglie in quella notte di 43 anni fa per poi divorziare dopo poco tempo. Divorziare in un'epoca contradditoria e avventurosa segnata da libertarismi e da protagonismi sociali esagerati e nello stesso tempo storici. Una vicenda da dimenticare: il tempo ha risanato tutto...no...non ha risanato alcunché , ha seppellito tutto sotto una lava che essendosi raffreddata copre ancora oggi le pulsioni vitali di quei rapporti umani che sempre riaffiorano.Ma ritorniamo al presente. Sto per aprire la porta di ingresso e mi accorgo che a fianco di essa hanno lasciato un vaso di fiori con tanto di biglietto.



Sapete, una di quelle confezioni standard che vengono utilizzate commercialmente dalle varie ditte di consegne floreali. Leggo il biglietto :" Per il Primario da parte di Roxanne Francescato". "Ah, si", esclamo tra me e me ", la Francescato una mia paziente dimessa pochi giorni addietro dopo una serie di cure effettuate con esito positivo. Entro in casa ed appoggio il vaso sulla mensola. Ma chissà perché la Francescato mi ha inviato quei fiori. Gran bella donna, statuaria, seria e piena di fascino. Rammento che tutte le volte che entravo in camera per visitarla, al momento dell'uscita mi fissava sempre con gli occhi quasi sbarrati come se volesse dirmi qualcosa, ma poi taceva. Strane , le donne : mi è venuto il sospetto che volesse sedurmi. Ma mi concentro sulla cucina. Non ho voglia di cucinare: tiro fuori qualcosa dal frigo, poi..........poi.....leggerò il biglietto di quei fiori, saranno le solite frasi fatte e poi andrò a riposare. Anzi, no: desidero leggerlo subito. Apro la busta e guardo: mi si gela il sangue ed ho la sensazione di essere sotto shock perché non riesco più a muovermi


Grazie per le cure ricevute

Tua figlia



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